Teatro

Al via Node Festival 2016, un binomio di musica elettronica e visual art

Al via Node Festival 2016, un binomio di musica elettronica e visual art

NODE, Il festival di Modena dedicato alle musiche elettroniche e digitali e alle sue interazioni multimediali, per la sua ottava edizione passa dall'estate all'autunno, dal 9 al 12 novembre, in location sparse per tutto il centro storico.

Il 9 novembre si inaugura Node Festival con il pianista ucraino Lubomyr Melnyk, autentico innovatore del modo di suonare il pianoforte, grazie ad una prodigiosa quanto unica tecnica che lui stesso definisce la “continuous piano music”, basata sul principio di una corrente di suono costante e continua, senza interruzioni, che crea  pattern di note rapidi, complessi e virtuosi, portata avanti in decenni di oscuro studio, nel più totale anonimato e solo recentemente scoperto da Peter Broderick e Nils Frahm. Finalmente riconosciuto a livello internazionale alla soglia dei  settanta anni, Melnik presenta nella Chiesa di San Bartolomeo, il suo ultimo progetto discografico, Illirion pubblicato da Sony Classical.

Il 10 novembre ci si sposta poi in una location d'eccezione, il Planetario Civico “F. Martino” di Modena, per una performance doppia italiana, Giuseppe Ielasi, uno dei più audaci sperimentatori della scena elettroacustica e sperimentale in circolazione, con il suo ultimo progetto Inventing Masks, una interazione tra suoni da nastri magnetici, ambient music e hip hop, e il duo formato da Giovanni Lami ed Enrico Malatesta, con un progetto pensato per la struttura architettonica del planetario basato su nastri, percussioni e oggetti,  ispirato alle atmosfere di un  racconto di Philip K. Dick, da cui è stato tratta il film Total recall. Il tutto sarà accompagnato dai live visual di Paradoxes, realtà ravennate specializzata in live performances per planetario.

L'11 novembre nella consueta sede principale del festival, la Galleria Civica di Modena, a Palazzo Santa Margherita, ci sarà una serata ad ingresso gratuito caratterizzata da quattro performance curate da sei artisti diversi: l’americano Huerco S. presenterà dal vivo in anteprima nazionale il suo ultimo album For Those Of You Who Have Never (And Also Those Who Have), un progetto originale di minimal techno ricca di suggestioni ambient e microtonali; seguirà  Rashad Becker, maestro dell’elettroacustica, che per l’occasione sarà affiancato da  Eli Keszler, batterista proveniente dalla scena free jazz di New York per un progetto ricco di suoni e interazioni audio visive; FIS (Forever in Search), moniker di Oliver Peryman, che propone una interazione sonora tra ritmi techno, suoni naturali fortemente manipolati e strati sonici sovrapposti, che presenta in esclusiva per NODE il suo ultimo From Patterns to Details in collaborazione con il videoartista Jovan Vucinic; la sound artist italiana Gea Brown, in un set che combina differenti filoni musicali del passato e del presente in un originale approccio al djing.

Per la chiusura del 12 novembre al Teatro Storchi, il festival propone due spettacoli audiovisivi di forte impatto: apre la serata il musicista inglese di origini singalesi Paul Jebanasam, capace di creare soundscapes immaginifici e cinematografici, accompagnato per l’occasione dai live visuals di Tarik Barri, artista visivo olandese specializzato in effetti laser e di rifrazione. Attrazione principale della serata conclusiva sarà la prima nazionale di Lumière II di Robert Henke, da molti anni leader della scena elettronica più radicale, sia con il suo progetto Monolake sia a suo nome, Il nuovo progetto dell’artista tedesco - che ha debuttato nel febbraio 2015 al Centre Pompidou di Parigi – porta avanti una fusione ipnotica tra suoni pulsati ed effetti stroboscopici già proposti in passato da Alva Noto, spingendone all’estremo le possibilità interattive con immagini che coprono l’intero spettro visivo attraverso forme e fenomeni cinetici eleganti ed elaborati.
Node festival quest’anno è inoltre arricchito da 605 prepared dc-motors, cardboard boxes, una mostra di architetture sonore dell’artista svizzero Zimoun,  inaugurata il 22 ottobre 2016 e aperta fino il 5 marzo 2017 presso la Palazzina dei giardini della Galleria Civica di Modena.